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La storia / Isola del Liri

Il racconto di un detenuto ciociaro: "Torturato per ventuno giorni senza pietà. E' stato terribile e disumano"

A raccontare il dramma vissuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è un ventisettenne di Isola del Liri che nell'aprile del 2020 ha vissuto, insieme ad altre decine di detenuti, un vero e proprio incubo

"Ventuno giorni di botte, sevizie dalla mattina alla sera. Una tortura senza pietà e senza motivo. Un incubo che non auguro a nessuno, neanche al mio peggior nemico". A parlare, tramite il suo legale di fiducia, l'avvocato Lucio Marziale, è un 27enne di Isola del Liri, che nel mese di aprile del 2020 è stato selvaggiamente picchiato, insieme ad altre decine di detenuti, all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Nei giorni scorsi, nell'aula bunker del penitenziario samaritano, si è svolta l'udienza preliminare, dinanzi Gup Pasquale D'Angelo, a carico dei 108 imputati (tra agenti di Polizia Penitenziaria  e funzionari del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) chiamati a rispondere a vario titolo dei reati di tortura (50 gli indagati), lesioni, abuso di autorità, falso in atto pubblico e cooperazione nell’omicidio colposo del detenuto algerino Lakimi Hamine (addebitato a 12 imputati), un 28enne algerino, messo in isolamento subito dopo il pestaggio e morto il 4 maggio 2020. 

"I miei aguzzini sono stati prevalentemente due agenti che mi conoscevano perché originari di Cassino. Non riesco a capacitarmi di tanta cattiveria - racconta l'isolano -. Mi hanno fatto inginocchiare al centro della sala di ricreazione e poi mi hanno bastonato, preso a calci nella schiena, sul pezzo. Così per giorni e giorni. Avevo paura anche a respirare". 

I detenuti coinvolti nella vicenda sono 200 e 56 i difensori costituitisi come parte civile: tra questi troviamo il Ministero della Giustizia, l'associazione “Antigone” e il Garante campano per i detenuti, Samuele Cambriello, che con le sue denunce ha dato il via all’indagine. Le botte, i pugni e le torture che hanno avuto l'apice il 6 aprile del 2020 sarebbero scaturite da una protesta avviata dai detenuti e riguardante le restrizioni anti-covid attuate in quel periodo in tutta Italia proprio per contenere i contagi. L'udienza è stata aggiornata all'11 gennaio 2022.

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