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Cronaca

Tribunale di Roma, Petrangolini: No a 'Fallimentopoli', più trasparenza per tutelare le imprese

“È un periodo drammatico per tutti, soprattutto per la vita delle famiglie e dei giovani. Da un fallimento derivano perdita di posti di lavoro e di denaro per tanti. Diventa quindi doveroso,

“È un periodo drammatico per tutti, soprattutto per la vita delle famiglie e dei giovani. Da un fallimento derivano perdita di posti di lavoro e di denaro per tanti. Diventa quindi doveroso, anche per chi normalmente non si occupa di cronaca giudiziaria, pretendere che le istituzioni preposte ad evitare truffe e illeciti commerciali siano lo specchio dell'integrità, della correttezza e della trasparenza. Il rischio è quello di non essere mai certi di nulla, di non potersi più fidare nemmeno di chi dovrebbe difenderci”. Lo scrive su Huffington Post oggi Teresa Petrangolini, Consigliere regionale del Lazio, a proposito della “sconcertante vicenda del Tribunale fallimentare di Roma, al centro di una inchiesta per corruzione e peculato, in procedimenti nei confronti di imprese e società commerciali”.

“In questi giorni – spiega Petrangolini nel pezzo su Huffington Post - la società Alivision, che opera sui trasporti low cost per vari aeroporti italiani, 80 dipendenti, 10 milioni di fatturato, denuncia il fatto di essere stata trascinata in Tribunale nell'ambito di un procedimento penale nato su segnalazione di una società concorrente, su fatti e illeciti fiscali, ritenuti da essa infondati. Questo ovviamente saranno le aule dei Tribunali e i legali a doverlo verificare nel merito e con le carte di mano. Ma sconcerta che il perito nominato come consulente tecnico dalla Procura e le cui risultanze peseranno nelle decisioni del Tribunale fallimentare è persona quantomeno inappropriata. Egli stesso è sotto inchiesta, già da prima del conferimento dell'incarico, per un rinvio a giudizio riguardante un ipotizzato delitto di concussione in concorso un magistrato, che lavorava presso il Gip del Tribunale di Roma”.

“Sarebbe opportuno fare almeno tre cose subito”, conclude Petrangolini: “garantire la massima trasparenza in materia fallimentare a garanzia della libertà di impresa e di una concorrenza leale in ambito commerciale; evitare che perizie, consulenze ed incarichi vengano conferiti a persone indagate; conoscere nel più breve tempo possibile i risultati delle indagini sul Tribunale fallimentare di Roma, onde ripristinare un minimo di stato di diritto”.

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