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L'aspirante deputato

Terzo polo, Carducci si candida alla Camera: "In alternativa al Pd e alla sua deriva populista"

Intervista a Stefano Carducci, capo della segreteria del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini, in corsa per Montecitorio nel collegio uninominale di Frosinone - Sora. È una quota di Azione nella coalizione formata con Italia Viva

Stefano Carducci è ormai da tempo capo della segreteria del sindaco di Isola del Liri, prima di Vincenzo e poi di Massimiliano Quadrini. Come quest’ultimo, dopo aver curato anche la comunicazione della segreteria provinciale, è uscito fuori dal Partito democratico e ha fatto il suo ingresso in Azione. Il Terzo polo, formato con Italia Viva, lo candida ora alla Camera nel collegio uninominale di Frosinone-Sora.

Oggi, alle 18, il tour elettorale della coalizione approderà al ristorante Palombella del capoluogo ciociaro. Attesissimo poi l’arrivo di Matteo Renzi, che sarà di scena domani sera alle 20 al Fornaci cinema village con “Italia sul serio”.

Saranno presenti, tra gli altri, anche la candidata ai plurinominali della Camera Valentina Grippo – segretaria e consigliera regionale di Azione – e il sindaco di Posta Fibreno Adamo Pantano, in corsa per il Senato nell’uninominale Lazio Sud. I partiti di Calenda e Renzi si muovono come un tutt’uno, anche perché con tutta probabilità, dopo l’alleanza elettorale, nascerà un unico partito.

Carducci, dal canto suo, è ben conscio che il collegio di Frusinate e Sorano sia tra quelli favorevoli al centrodestra. “Ma al di là di chi verrà eletto - sottolinea - il nuovo deputato si dovrà caricare una doppia responsabilità nei confronti del territorio alla luce della legge elettorale e del taglio dei parlamentari”. Lui, in ogni caso, scende in campo con una particolare attenzione alle tematiche del lavoro e dell’ambiente.  

Carducci, pensa di avere chance nel suo collegio?

“Di certo si avverte la tendenza a un certo tipo di voto, come si è avvertita in passato. Ma, conducendo una campagna elettorale intesa come rapporto con le persone, vedo anche una crescita di attenzione verso il nostro progetto e la nostra idea di Paese. Credo che per tutti il nemico pubblico da combattere sarà l’astensionismo. Ci attendiamo comunque un buon risultato nel collegio di Frosinone e Sora, ma c’è una risposta positiva anche in quello più largo di Cassino e Terracina, nonché a Latina”.  

Come vede la squadra del Terzo polo fatto di Azione e Italia Viva?

“Gran parte dei miei compagni di viaggio li conoscevo già in precedenza. In larga parte abbiamo un’origine comune provenendo dal Partito democratico. Guardando tutti i candidati, per qualità e competenze, credo sia stata fatta una delle migliori scelte prodotte dalla politica negli ultimi anni. Un rispetto per il territorio che davvero non si vedeva da tempo. La Valle del Liri è stata completamente ignorata negli ultimi venti o trent’anni dal nord e dal sud della provincia. Oggi può rivendicare un candidato alla Camera e uno al Senato”.  

Era impossibile farlo all’interno del Partito democratico?

“Sul piano locale non rimpiango nulla del mio passato. Non mi sono più riconosciuto nella visione che il Pd ha del Paese. Noi ci siamo posti e poniamo in alternativa al Partito democratico perché tendenzialmente sta vivendo una deriva populista. C’è un particolare appeal del Movimento 5 Stelle nei confronti del Pd. Azione aveva fatto proposte, a favore di un’apertura a una visione più liberale e interventi strutturali, non educando gli italiani all’assistenzialismo”.

Se verrà eletto deputato, su cosa concentrerà la sua attenzione?

“Ci sono problemi che non hanno identità geografica né campanile. Credo che uno di quelli più gravi in assoluto sia il lavoro, vista la percentuale di disoccupazione mai scesa sotto al 20% negli ultimi cinque anni. Nella fascia d’età 15-29 anni il 33% non studia o non lavora. A livello provinciale abbiamo uno dei redditi pro capite più bassi. Di certo si dovrà potenziare l’Istituto tecnico meccatronico di Frosinone, che ancor prima del titolo di studio ha consentito ultimamente a 22 studenti di trovare lavoro. In generale, bisognerebbe ripartire con l’Industria 4.0, che negli ultimi anni stava dando risultati e benefici a favore delle aziende. Vere politiche attive del lavoro, come il credito d’imposta per la riqualificazione del personale e l’aggiornamento tecnologico, sono state accantonate in funzione di altre iniziative particolarmente dispendiose. Non ho un atteggiamento ostile pregiudiziale verso formule economiche come il reddito di cittadinanza, che nell’immediato aiutano le persone in difficoltà, ma producono sostanzialmente debito e non hanno lungo respiro”.

Non si può non parlare di ambiente. In Ciociaria ci sono ormai ultras del sì e del no, posizioni categoriche, alla trasformazione dei rifiuti in energie rinnovabili. Lei da che parte sta?

“Abbiamo una necessità energetica contingente e bisogna affrontare le grandi questioni. Purtroppo, allargando ai rifiuti, vige il pensiero che biodigestori e termovalorizzatori possano anche andare bene, ma ‘non a casa mia’. Di certo deve finire la politica della discarica. È ormai arcinoto che gli impianti di ultima generazione abbiamo un impatto ambientale minimo, inferiore a un’industria datata di medie dimensioni. Ferma restando la volontà di tutelare la salute e l’ambiente, occupiamoci di concretamente di questa tematica. Credo che l’ambientalismo di moda abbia fatto il suo tempo e l’interesse debba partire dall’età scolare. Non ci si può scoprire ambientalisti a cinquant’anni. L’educazione ambientale nelle scuole, probabilmente, risolverebbe tutti i problemi a monte. Si approccia ormai questa tematica, soprattutto in alcune parti del territorio, chiudendo il recinto quando i buoi sono scappati. Si cerca di dare risposte esplosive quando la situazione diventa insostenibile. Un tempismo ragionevole, purtroppo, si registra soltanto durante le emergenze”.

Rispetto alla gestione dei rifiuti, cosa proporrebbe nello specifico?

“Partiamo dai presupposti che siamo sommersi dai rifiuti e che possono generare energia pulita. Con la discarica si mette la polvere sotto al tappeto. Non si trasforma in qualcosa di positivo. Senza sbilanciarmi da un punto di vista tecnologico, ci sono oggi sistemi che riescono a catturare oltre il 90% delle emissioni e possono essere intrappolate mediante particolari filtri, inertizzate e rese resistenti per più di un secolo. Significa ridurre una tonnellata di rifiuti, che produce ogni italiano, in una mattonella impermeabile di dieci chili. Ma parliamone di queste tematiche, anche organizzando convegni, perché si continua a far finta di niente nell’eterna campagna elettorale”.

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