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Roccasecca, da destra e sinistra solidarietà ai lavoratori Ideal standard in presidio permanente

Sale l'attesa per l'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico di giovedì prossimo

Le sorti dei lavoratori dello stabilimento di Roccasecca della Ideal Standard sono appese ad un filo. E' di questi giorni la notizia che giovedì prossimo ci sarà un importante incontro al Ministero dello Sviluppo Economico dove tutti i delegati vorranno delle rassicurazioni certe sulle iniziative che verrano intraprese per la salvaguardia dei livelli occupazionali. "Sono d'accordo con l'iniziativa di stabilire un presidio permanente davanti allo stabilimento dell'Idealstandard afferma la sen. Maria Spilabotte.  Ho chiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico di poter partecipare al tavolo convocato per il 14 prossimo ma mi è stato impedito per un regolamento del 2014. Avrei voluto parlare di numeri veri che non tornano e avrei voluto difendere l'impegno e il lavoro degli operai che hanno adempiuto al loro dovere e rispettato sempre gli accordi presi fino al 2020 e che con una lettera dai toni offensivi, vengono unilateralmente disattesi". 

Sarò comunque fuori 

Sarò comunque fuori dal Ministero quel giorno, spero con tutti i colleghi delle istituzioni del nostro territorio. Non possiamo permettere che altre 400 persone con le rispettive famiglie perdano il loro lavoro, per un capriccio di una proprietà che vorrebbe chiudere un sito produttivo e competitivo. 

La Ciociaria non è terra di conquista 

Affamare queste  persone con motivazioni insostenibili e con numeri falsi o discutibili è veramente grave ed inqualificabile. Questa non è terra di conquista e non é possibile fare scorrerie distruttive. Chiederò al Dott. Castano  e alla Viceministro Bellanova di mettere in campo tutte le iniziative per mantenere il sito in produzione almeno fino al 2020, come da accordi.Non vogliamo un'altra cattedrale nel deserto. Sono al fianco degli operai e delle loro famiglie non solo a parole, ma con proposte concrete che sto studiando e vagliando. Conosco la storia e i numeri di quel sito e non permetto che si pensi che siamo gente da prendere in giro".- conclude la spilabotte

Abbruzzese (FI)  con la Idealstandard evitare ennesimo scippo al territorio da parte delle multinazionali

La procedura di cessata attività  del sito Idealstandard di Roccasecca, avviata il 30 novembre scorso, deve essere bloccata ad ogni costo e con ogni strumento a disposizione delle istituzioni, nazionali, regionali e locali. La fabbrica non può e non deve chiudere. Oltre che per evidenti ragioni di ulteriore impoverimento del territorio dal punto di vista occupazionale, stiamo parlando di circa 500 lavoratori tra diretti e indotto, anche per ragioni di carattere economico finanziario.
Basta leggere l’ultimo bilancio dell’Azienda. Il gruppo della multinazionale Ideal standard, con sede a bruxelles, ha riportato nell’ultimo anno un fatturato consolidato di 739 milioni di Euro, in crescita di 13 milioni di Euro (+1,8%) sui ricavi del 2015.

Ricavi dal sito di Roccasecca non devono essere dispersi 

Una parte di questi ricavi sono stati determinati senza ombra di dubbio dal sito di Roccaseca, riconosciuto unanimemente come una eccellenza del gruppo. Appare quindi illogico, immorale, oltre che, veramente incomprensibile, dal punto di vista industriale, tentare di chiudere uno dei siti che contribuisce in maniera così determinante al consolidamento del fatturato del Gruppo. Questo perché Idealstandard sta tentando di delocalizzare per incrementare i margini operativi. Non può passare il messaggio che in Italia le multinazionali, che peraltro hanno attinto da ingenti contributi finanziari, proprio come la Idealstandard, decidono di andare via nel giro di qualche giorno e quindi gettare sul lastrico centinai di famiglie, non perché la fabbrica fallisce o per mancanza di commesse, ma solo per incrementare i loro margini, ergo i loro profitti.

Non dobbiamo consentire di chiudere

Se consentiamo alla Idealstandard di chiudere, senza combattere, diventerà una procedura normale, un fatto consolidato, così come già accaduto con gli indiani della Videocon, che in Italia e in provincia di Frosinone,  si può decidere del futuro sulla pelle delle persone, senza alcuna conseguenza. Ecco perché è necessaria una mobilitazione generale, sia in queste ore, che in occasione dell’incontro chiave di metà dicembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
In quella sede, sarà necessaria la presenza dei rappresentanti dell’Azienda i quali dovranno innanzitutto bloccare la procedura di cessata attività e quindi i licenziamenti, presentare un nuovo piano industriale che impegni la società a non smantellare il sito di Roccasecca, ma anzi ad investire su questo opificio, perché è una operazione che va a beneficio e vantaggio della stessa azienda. La provincia di Frosinone ha già pagato un conto salatissimo in termini di perdita di forza lavoro, a tutto vantaggio delle multinazionali. Non consentiremo un ulteriore scippo del nostro futuro.

Ciacciarelli: "Altra povertà sul cassinate"

I dati Istat del rapporto sulle "Condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie anno 2016" siano eloquenti. Ebbene, si stima che il 30 % delle famiglie residenti nel nostro Paese sia a rischio di povertà o esclusione sociale. Ciò significa che un italiano su tre è a rischio povertà. La situazione nella provincia di Frosinone non lascia ben sperare, considerato che il problema occupazionale si sta allargando a macchia d'olio: si pensa ai 500 lavoratori e quindi alle 500 famiglie dell' indotto Ideal standard di Roccasecca ed ai lavoratori interinali FCA di Piedimonte San Germano.

Famiglie monoreddito finite nel lastrico

“Una crisi occupazionale che non si limita al cassinate, - scrive Pasquale Ciacciarelli responsabile provinciale F.I.) poiché vede coinvolti lavoratori dell'intera provincia impiegati a Roccasecca e Piedimonte San Germano.  Se si pensa che centinaia sono le famiglie monoreddito che hanno perduto l'unica fonte di sostentamento, si può prevedere quanto questa crisi occupazionale graverà sulla spesa sociale dei singoli comuni. Ritengo che la Regione Lazio ed il Governo centrale debbano farsi carico di quella che si annuncia un'emergenza sociale, a sostegno delle amministrazioni cittadine.

Attenzione ai 50enni

Nel contempo,- aggiunge Ciacciarelli-  credo che sia fondamentale provvedere in tempi celeri al reinserimento dei lavoratori Ideal Standard nel mondo del lavoro, con particolare attenzione ai cinquantenni, troppo giovani per il pensionamento, ma troppo anziani secondo alcune logiche imprenditoriali per essere di nuovo assunti. Si tratta di manodopera altamente qualificata, che vanta un'esperienza decennale nel proprio settore. Lavoratori  che hanno diritto ad essere reintegrati nel tessuto produttivo. Abbandonare questi lavoratori e padri di famiglia in balia delle onde, a causa del lassismo che paralizza gli enti, sarebbe un grave errore di valutazione”.

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