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Martedì, 30 Aprile 2024
La decisione

Niente più cellulari in classe: è già polemica

Nella giornata di ieri è arrivata la circolare firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Gli studenti: "Non è questo il primo problema da risolvere nelle scuole italiane"

Niente più cellulari in classe durante le lezioni. La circolare firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi, è stata diffusa nella giornata di ieri, 20 dicembre.

Le reazioni da parte del mondo scuola non si sono fatte attendere, con gli alunni che denunciano “un ritorno al passato” che non serviva, o meglio, che poteva anche essere evitato perché “non è questo il primo problema da risolvere nelle scuole italiane”.

“Penso che quello dei telefoni non sia un problema reale e soprattutto principale del sistema scolastico italiano – spiega il coordinatore provinciale della Rete degli Studenti medi di Frosinone, Gianmarco Tovalieri -. Non è una cosa che si può eliminare, fa parte della vita di tutti i giorni e il cellulare è utile sia per comunicare con le famiglie se dovesse succedere qualcosa o anche dal punto di vista didattico. Non si può tornare al passato, siamo nel 2022”.

Gli studenti pensano che ci sono altri problemi urgenti da risolvere: “Si dovrebbe pensare ad un metodo di insegnamento diverso, come ad esempio mettere meno alunni in classe per permettere agli insegnanti un lavoro migliore e agli studenti di imparare di più – afferma Tovalieri - Così come bisognerebbe pensare all’edilizia scolastica, quantomai carente in Italia. Noi studenti vogliamo spazi sicuri. Il cellulare è l’ultimo dei problemi”.

Il bonus "18app"

Fa discutere anche la modifica di “18app”, il bonus cultura rivolto ai 18enni. Si parla di un contributo statale fino a 1.000 euro in base al merito e al reddito Isee che non deve essere superiore ai 35mila euro. “La scuola deve cambiare il metodo valutativo – afferma il coordinatore provinciale della Rete degli studenti medi di Frosinone -. A scuola si va per apprendere e non per prendere il voto più alto.

Questo cambiamento del bonus “18app” non fa altro che dire che bisogna andare a scuola per prendere il voto più alto e non per apprendere, altrimenti non si ricevono nemmeno i soldi. È un grande sfregio e non fa che confermare che la questione dei cellulari è semplicemente un banale problema che andrebbe risolto alla base, ovvero cambiando il sistema scolastico”.

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