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Colleferro, passata l’euforia per Amazon e Leroy Merlin, arrivano i licenziamenti ed i dubbi sulla sostenibilità ambientale

Dopo qualche mese di attività iniziano a farsi largo dei dubbi sui risvolti occupazionali e sugli squilibri ambientali che si sono generati

Passata l’euforia per l’apertura nel 2020 dei mega magazini di Amazon e di Leroy Merlin all’interno del polo logistico di Colleferro tra la discarica, ora chiusa, di Colle Fagiolara e La Selva di Paliano dopo qaulche mese inziano a farsi sentire le prime lamentele nella zona tra il sud del provincia romana e la provincia di Frosinone.

Sono molte le persone che si chiedono, cosi come ha fatto pubblicamente il consigliere comunale di Colleferro Fabio Patrizi (Fdi) con un post su facebook, se contratti di pochi mesi possano garantire un futuro stabile ai giovani che hanno visto in questi due colossi del commercio mondiale una speranza concreta in questi mesi alquanto complessi della pandemia da Coronavirus.

Come se non basatasse in queste ore i componenti del Comitato Residenti Colleferro, da sempre attenti ai temi ambientali, si chiedono come venga fatta la raccolta differenziata all’interno dei mega stabilimenti che tra qualche mese arriveranno ad occupare migliaia di persone.

Il commento del consigliere Fabio Patrizi

“Sembrerebbe che le aspettative e le ambizioni di più di 800 lavoratori locali, siano terminate alle prime scadenze dei contratti determinati? Perché se così fosse – scrive su facebook il consigliere Fabio Patrizi - sarei veramente dispiaciuto per tutti questi  operai.

C’è chi aveva affittato casa, c’è chi aveva creduto in futuro migliore, c’è chi aveva riposto le speranze delle proprie famiglie nell’illusione di un lavoro continuativo. Che succede? Non sta a me di certo giudicare l’operato dei grandi colossi e delle multinazionali in questione, ma è mio dovere cercare di capire e comprendere quello che sta accadendo”.

Viaggio all'interno dello stabilimento Amazon di Colleferro

Come gestisce la sostenibilità ambientale Amazon?

“Non tutti coloro che conoscono Amazon hanno creduto al “miracolo” occupazionale e al virtuosismo della sostenibilità ambientale, ancora da dimostrare. Dopo lo sbancamento di colle Quartaccio, lo squilibrio della biodiversità e l’illuminazione a giorno del Polo logistico con grande dispendio energetico – scrivono in rete gli esponenti del comitato residenti Colleferro - il Sindaco di Colleferro Sanna enuncia la teoria della trasformazione da città operaia in qualcos’altro.

Siamo ancora in una difficile e lunga transizione che ha snaturato quel passato e fatica a trovare un approdo identitario con una sua dignità collettiva. Sono semplici fughe in avanti, ritorni al passato e all’autoritarismo del padrone delle ferriere. Un clima generale dove le ragioni economiche dell’azienda prevalgono sul lavoro e sui diritti dei dipendenti.

Come qualsiasi prodotto il lavoro “si compra” al mercato quando serve. Dovrebbe essere un magazzino ecosostenibile e all'avanguardia dal punto di vista ambientale: la raccolta differenziata come viene effettuata?

Carta e cartone vanno a finire in un compattatore. La plastica e tutti gli altri materiali vengono gettati negli appositi contenitori?  E i residui della mensa come vengono smaltiti? I dispositivi di protezione individuale sono differenziati correttamente (saranno centinaia i guanti antitaglio e i taglierini)? Anche di questo (e non solo di elogiare Amazon) si deve occupare l’Amministrazione comunale”.

Domande sacrosante che attendono risposte dai due colossi che hanno sede anche a Colleferro

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