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Depuratore Cosilam, oggi il giorno della verità: interrogatorio di garanzia per Riccardo Bianchi

Il presidente della AeA, agli arresti domiciliari insieme ad altri due dipendenti della società, verrà ascoltato dal Gip e dal magistrato alla presenza degli avvocati Sandro Salera e Domenico Marzi

'Inquinamento ambientale': di questo dovranno rispondere oggi, davanti al Gip del tribunale di Cassino, il presidente della AeA, Riccardo Bianchi e i dipendenti Roberto Orasi ed Amedeo Rota agli arresti domiciliari da qualche giorno. Nell'indagine 'acquanera', messa a segno dai carabinieri forestali del Nipaaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di Frosinone diretti dal tenente colonnello Vitantonio Masi, e coordinata dalla Procura di Cassino, sono coinvolti anche Laura Paesano (con obbligo di dimora a Teramo), Jessica Bartolucci (divieto di dimora a Villa Santa Lucia) e gli indagati a piede libero Roberto Rota, Roberto Marsella, Marcello Valletta e Marino Coppola

Riccardo Bianchi, difeso dagli avvocati Sandro Salera e Domenico Marzi, dovrà spiegare aspetti importanti dell'indagine inerenti soprattutto lo sversamento di 'veleni' all'interno del depuratore del Consorzio Industriale di Villa Santa Lucia.

Sulla vicenda, con una nota, è intervenuta che Fare Verde Provincia di Frosinone. “Dalle carte processuali emerge una “strana” telefonata ad un esponente di spicco del PD ciociaro, nonché Presidente del Consorzio Asi e prossimo alla nomina, da parte di Zingaretti, a Presidente del Consorzio Unico del Lazio. Si tratta di Francesco De Angelis - si legge nel comunicato - Alla luce di quanto è emerso: . Dalle intercettazioni risulta ancora che per  le autorizzazioni necessarie al depuratore Cosilam in Villa Santa Lucia  “il problema è che chi esamina l’istanza AIA non è la Tosini (la dirigente della regione Lazio arrestata nel marzo scorso) , bensì la dirigente del settore ambiente della Provincia di Frosinone, con la quale non si ragiona”. Fare Verde grida allo scandalo e fin da ora chiede di rivedere tutte le autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio negli ultimi anni e rivolgendosi al Governatore Zingaretti chiede un atto di consapevolezza e quindi la  sospensione  del Presidente del Consorzio Unico del Lazio  in autotutela almeno fino a quando la Magistratura  avrà  fatto piena chiarezza sugli  impianti di depurazione". 

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