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La storia / Cassino

Dorme alla stazione con il figlio disabile la nonna di Gabriel Feroleto

Rocca Di Branco, madre di Donatella Di Bona assassina reo confessa, nei giorni scorsi ha dovuto lasciare l'appartamento dove viveva dalla morte il nipotino. La casa in località Volla a Piedimonte, dove risiedevano tutti insieme, è ancora sotto sequestro. Accolti temporaneamente nella canonica di Sant'Antonio

Dorme nella sala d'aspetto della stazione di Cassino (Frosinone) insieme al figlio disabile, Rocca Di Branco, la nonna di Gabriel Feroleto, il bimbo di due anni e mezzo assassinato dalla madre e dal padre il 17 aprile del 2019. 

La donna, che dal giorno dell'omicidio del nipotino (avvenuto per mano della figlia Donatella Di Bona e dell'amante di quest'ultima Nicola Feroleto), ha dovuto lasciare l'abitazione in contrada Volla a Piedimonte San Germano, da qualche anno viveva a Cassino, in una zona di periferia. Nei giorni scorsi ha dovuto lasciare l'appartamento e per diverse notti ha dormito in albergo. Finiti i soldi della pensione e quelli dell'accompagno del figlio, si è vista costretta a trovare un alloggio di fortuna. 

A segnalarci la vicenda sono stati alcuni pendolari che l'hanno riconosciuta. La conferma della notizia è arrivata dal legale della donna, l'avvocato Alberto Scerbo. "Rocca ed il figlio Luciano stanno vivendo un momento di grande difficoltà come confermato da lei stessa al telefono poco fa e per questo mi sono immediatamente attivato per evitare che entrambi possano trascorrere un'altra notte al freddo e nella sala d'aspetto di una stazione. Una situazione umana che non può passare inosservata soprattutto per la tristezza ed il dolore che da oramai tre anni accompagnano Rocca e Luciano ogni istante della loro esistenza". La vicenda è stata presa a cuore da don Benedetto Minchella e Padre Francesco Vennitti che per qualche sera ospiteranno i due in canonica ma una soluzione deve essere trovata entro breve tempo. 

Gabriel Feroleto, bimbo bellissimo, biondo e paffuto, è stato soffocato dalla madre Donatella Di Bona, nel pomeriggio di mercoledì 17 aprile del 2019. La donna all'epoca 28enne si trova in auto con l'amante Nicola Feroleto, padre del bimbo. I due stanno consumando un rapporto sessuale con Gabriel che dorme nel sedile posteriore. Il piccolo si sveglia ed inizia a piangere chiedendo di tornare a casa dalla nonna. Le urla del bimbo e il suo singhiozzare infastidiscono la coppia. Donatella afferra Gabriel, esce fuori dalla macchina e prova a farlo smettere di piangere mettendogli una mano sulla boccuccia. Una pressione forte, che non lascia scampo al bimbo che sette lunghi minuti proverà di ogni modo a difendersi come emerso dall'autopsia

Una volta che il bimbo ha perso il sensi, Nicola Feroleto lo afferra e lo lancia tra i rovi come una bambola di pezza. Nessuna pietà per quel piccolo innocente. In un momento di lucidità Donatella Di Bona recupera il figlioletto e stringendolo tra le braccia si avvia a piedi verso casa dove cercherà, ma senza esisto, di mettere in scena un melodramma: racconta alla madre Rocca ed ai vicini che una macchina poi fuggita ha investito entrambi e che Gabriel non respirava più.

All'arrivo del personale dell'Ares 118 si scopre la verità. Nessun segno di investimento sul corpicino del bimbo ma solo chiari segni di asfissia meccanica. Donatella Di Bona e Nicola Feroleto verranno arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Cassino in poche ore. Nel processo di primo grado sono stati entrambi condannati all'ergastolo. Nel processo in Corte d'Appello la pena di Nicola Feroleto è stata ridotta a 24 anni di reclusione mentre la posizione della donna dovrà essere discussa nei prossimi giorni. 

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