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Roma, al Gay Village "Dialogo di una prostituta con un suo cliente" di Dacia Maraini

Gli anni settanta, il femminismo, la politica, le lotte di classe e i grandi valori fanno da sfondo alla storia della prostituta Manila e del suo cliente. Il tutto avviene all’interno di una stanza con una  branda, una radio e un ventilatore...

Gli anni settanta, il femminismo, la politica, le lotte di classe e i grandi valori fanno da sfondo alla storia della prostituta Manila e del suo cliente. Il tutto avviene all’interno di una stanza con una branda, una radio e un ventilatore d’epoca. Un rapporto di potere che a poco a poco si sgretola e si rovescia nel suo opposto. La prostituta, massima espressione del diritto della donna di vendere se stessa e il proprio corpo e un giovane cliente apparentemente ingenuo e innocuo, si conoscono, si provocano, si sfidano e si osservano.

E’ la scoperta del limite di una donna che rivendica il possesso del proprio corpo non facendo i conti con l’eventualità dell’amore. E di un ragazzo, che consapevole dell’età in cui vive assapora invece il gusto della violenza di un potere radicato all’interno della nostra società ormai da tempi immemorabili: quello dell’uomo sulla donna.

IL PROGETTO – ne parla Caterina Fornaciai:

L’idea di mettere in scena un testo di Dacia Maraini è nata (come tutte e idee migliori) per caso.

Perché mettere in scena un testo del 1973 oggi? E’ molto facile rispondere a questa domanda quando ad essere rappresentato è un testo antico; greco, latino oppure elisabettiano.

Ma perché mettere in scena un testo così vicino a noi, dal quale ci separano solo quarant’anni di storia? Forse perché in questi anni le cose non sono cambiate di molto, forse perché ancora c’è una grande differenza tra ciò che una donna può permettersi in questa società rispetto ad un uomo.

Gli anni settanta, sono stati un epoca fondamentale, che ha portato tanti cambiamenti ma soprattutto che ha generato tanti interrogativi, dei quali ancora non si sono trovate soluzioni e risposte.

-‘La donna la donna la donna, oh l’omo?’- questa celebre battuta tratta da ‘Berlinguer ti voglio bene’ di Giuseppe Bertolucci del 1977 può aiutarmi nel rispondere al perché mettere in scena questo testo.

Sarebbe banale affrontare un testo al femminile come questo difendendo a spada tratta la donna rispetto all’uomo cosciente del suo potere in ogni situazione. No, oggi, a mio parere si deve affrontare l’argomento da entrambe le parti. Non è semplice, ma si può fare. Come? Innanzi tutto mostrando al pubblico chi sono questi due personaggi ; non attraverso degli stereotipi (quali la ‘povera prostituta’ e il ‘cliente cattivo’); ma rivelando da dove vengono, quali sono e loro storie e soprattutto cosa li porta ad agire in un determinato modo.

Detto questo, dagli anni settanta ad oggi, cosa si è realmente evoluto?

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