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Roma, Giovanna Guardiani e la "Sibilla"Tachea, recensione

Giovanna Guardiani (Pescara) replica e amplifica la sua prosa di forte valenza psicologica, o meglio di ecologia mentale del libro d'esordio: Un dono per me e uno per te(Montag, 20112). Ora con "Tachea " (Nulla Die, 2013) già segnalato ampiamente...

Giovanna Guardiani (Pescara) replica e amplifica la sua prosa di forte valenza psicologica, o meglio di ecologia mentale del libro d'esordio: Un dono per me e uno per te(Montag, 20112). Ora con "Tachea " (Nulla Die, 2013) già segnalato ampiamente per la nuova letteratura emergente (anche femminile non solo di genere ma per certa peculiarità), il lavoro precedente, più intimistico e esistenziale interiore, quasi un diario evoluto, si espande in dimensioni, anche nella musica narrante della parola, sociali, relativamente impersonali.

Tachea, sorta di "Sibilla" moderna, in già veneranda età, è la protagonista specchio: e in una danza soft e lenta leggera, ecco riflessi del Self sul/nel/dal mondo, lanciati dall'autrice con perizia atemporale, pure empatici subito nel/dal/presente ben identificato.

Il mondo è bello ma oggi, non sempre lineare il progresso, qualcosa si è rotto: eteronomia, fuga dal reale, dal conflitto stesso e il coraggio delle libere decisioni, sembrano imprigionare gli umani in una specie di riserva "indiana", neppure identificata.

Si inneggia a meritocrazia e competenza, ma quale? Si inneggia alla conoscenza, ma quale? Si inneggia all'azione, ma quale? Si inneggia al cuore, ma quale?

Senza alcuna banale nostalgia di età dell'oro mai esistite, s'invoca una mutazione del cuore e dello sguardo sulle/nelle cose del mondo che ogni giorno come l'alba ci attraversano: dalle equazioni personali, le modulazioni secondo storie e dna unici. Va da sé: magari il pur seducente tourbillon della modernità si vive e gode meglio, integrandolo (come appunto insegna la semplice Terra o Gaia nel suo eterno valzer siderale con il Sole) con strumenti concettuali che vengono anche da certe radici "planetarie" etniche diverse (non banali!), magari "Dovremmo tornare a guardare il mondo con gli occhi di un CheroKee, se guardo allo stesso modo, forse riuscirò a capire cos'è il rispetto, cos'è la gioia, cos'è la felicità..." "Tachea", nel quarto movimento della sua Stagione passeggiata terrestre" è simultanemante, in-visibile direttrice d'orchestra, un romanzo musicale come le quattro celebri stegioni di Vivaldi come archetipo vivo di fare cuore nella vita contemporanea, nonostante tutto): oppure con le parole stessse dell'autrice, quasi una password di lettura: "Che cosa significa vivere? Oggi ai giovani che incontro dico che vivere significa alzarci ogni giorno un po' più su, un po' più in alto; vivere significa distaccarci da tutti gli elementi pesanti che ci trattengono giù" (Giovanna Guardiani, da Tachea)

RobyGuerra

INFO

/2013/09/giovanna-guardiani-intervista-anteprima-per-tachea-lumanismo-atopico-2-0/

https://www.vetrinadelleemozioni.com/10/2013/recensione-dellopera-tachea-giovanna-guardiani-a-cura-di-gioia-lomasti/

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