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Roma, i Musei in Comune accendono i riflettori sulle donne artiste presenti nelle diverse collezioni museali

In occasione dell’8 marzo, i Musei in Comune di Roma Capitale, Assessorato Cultura e Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali accendono i riflettori sulle donne artiste presenti nelle diverse collezioni museali.

In occasione dell’8 marzo, i Musei in Comune di Roma Capitale, Assessorato Cultura e Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali accendono i riflettori sulle donne artiste presenti nelle diverse collezioni museali.

Nel corso della giornata tutti potranno infatti seguire su Twitter @museiincomune – il primo profilo museale in Italia grazie agli oltre 90.000 follower - e immergersi nelle affascinanti storie e nelle opere di tante artiste come Charlotte Bonaparte, Corinna Modigliani, Antonietta Raphaël Mafai, Adriana Pincherle, Titina Maselli, Carla Accardi, Valentina Vetturi e Beverly Pepper.

Testimonial d’eccezione di questo viaggio nel mondo dell’arte al femminile è GIULIA DOMNA (170 d.C.- 217 d.C.), moglie di Settimio Severo e madre di Caracalla, una donna dal carisma straordinario che ha avuto un ruolo importante nell’antica Roma grazie alla sua capacità di riunire intorno a sé un circolo culturale di altissimo livello composto da filosofi, artisti, letterati, poeti e medici. Nell’atrio del Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini è possibile ammirare un suo ritratto in marmo, contraddistinto dall'acconciatura “a parrucca” che divenne di gran moda a quei tempi.

Animatrice di un vivace salotto culturale fu anche CHARLOTTE BONAPARTE (1802-1839), figlia di Giuseppe, il fratello di Napoleone, una delle figure femminili più interessanti della celebre famiglia. Vera e propria eroina romantica, ebbe una vita breve e intensa, caratterizzata da una profonda passione per l’arte. Dipinse sotto la guida di numerosi maestri (da Samuele Jesi a Léopold Robert, artista svizzero che per amore suo si tolse la vita) e i suoi soggetti preferiti furono i ritratti e i paesaggi dal vero. Morì appena trentasettenne, nel tentativo di fuggire in Francia per nascondere il figlio nato da una relazione clandestina. Il Museo Napoleonico raccoglie alcune delle sue opere ma anche lettere, album di ricordi e memorie dai quali emerge la sua forte personalità.

Caratterizzata da un linguaggio intimista e moderno è, invece, l’opera di CORINNA MODIGLIANI (1871 – 1959), artista di origini ebraiche che, insieme alla sorella Olga, scelse di dedicare tutta la sua vita all’arte. Corinna fece del pastello la tecnica rappresentativa del suo lavoro, una tecnica adatta a restituire immagini delicate e aggraziate ma allo stesso tempo profonde ed espressive come accade nel Ritratto di donna eseguito intorno al 1913, opera acquistata dal Comune di Roma e che fa parte ancora oggi della collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale.

Della collezione della Galleria di Via Crispi fa parte anche la scultura in gesso Riflesso nello specchio di ANTONIETTA RAPHAËL MAFAI (1895 - 1975). In quest’opera, come in molta produzione della Raphaël, è forte ed evidente il legame tra madre e figlia: il corpo della figlia appare inglobato in quello della madre che la accudisce pettinandole i capelli e la bambina, a sua volta, tiene in mano uno specchio in cui si riflette la propria immagine volta a perpetuare quel ciclo naturale di trasmissione affettiva. Cosmopolita e anticonformista, la Raphaël giunse a Roma nel 1925 a Roma dove incontrò Mario Mafai. Insieme a lui aderì gruppo della Scuola di Via Cavour, un’insolita realtà nel panorama artistico romano, lontano dalle opere allineate agli ideali estetici del regime fascista. La sua pittura rimase sempre come sospesa tra immagini di sogno ed esperienze passate trattati con uno stile fortemente espressionista.

Tra le opere conservate nelle stanze di Casa Moravia, invece, emergono i paesaggi, le nature morte e i ritratti di ADRIANA PINCHERLE (1909 - 1996), sorella maggiore di Alberto Moravia. Anche lei, come la contemporanea Raphaël, entrò in contatto con l’ambiente artistico romanofrequentando la scuola libera del nudo. Vicina alla Scuola Romana e ai pittori di Piazza Cavour, manterrà sempre una sua autonoma identità in cui il dato figurativo, che travalica il realismo, trova il suo solido sostegno in una densa saldezza cromatica. Dopo i difficili anni di guerra, in fuga per scampare alle persecuzioni razziali e la liberazione, tornerà più volte a Parigi, crocevia dell’arte internazionale e meta privilegiata per misurarsi con i nuovi sviluppi dei linguaggi dell’arte.

Arrivando al MACRO è possibile ammirare alcune opere contemporanee “al femminile” come Ciclista di TITINA MASELLI (Roma 1924-2005), attualmente visibile nel foyer del museo. Il lavoro di Maselli la portò ad accostare al paesaggio urbano e alla quotidianità tipica della Pop Art statunitense anche le immagini tratte dal mondo dello sport: pugili, calciatori e ciclisti, rappresentate con colori antinaturalistici, ingrandimenti e angolazioni inconsuete.

Nel foyer è attualmente visibile anche l’opera Giallobianconero (1990) di CARLA ACCARDI (1924-2014) tra i principali esponenti dell’astrattismo italiano. Artista che, nell’arco di una lunga carriera ha condotto un’incessante indagine sul segno, costantemente sottoposto a sperimentazioni tecniche. Il suo bozzetto per Arte Metro Roma è, invece, permanentemente esposto nello spazio della biblioteca.

Infine, negli spazi “Artisti in Residenza”, è possibile ammirare la produzione artistica di VALENTINA VETTURI (1979) che intreccia memoria, scrittura e performance per esprimere frammenti di realtà variegati.

Per concludere, impossibile non menzionare le quattro opere monumentali, fra i 4 e i 5 metri di altezza e realizzate in acciaio corten, che BEVERLY PEPPER (1922) espone nell’area perimetrale del Museo dell’Ara Pacis fino al 15 marzo 2015. Le sue opere di land art sono esposte in tutto il mondo, ma il ritorno a Roma celebrato con questa mostra ha voluto essere un vero alla Città Eterna che l’ha accolta fin dai primi anni Cinquanta.

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