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Anagni, "la causa della criminalità giovanile è un disagio diffuso"

La riflessioni del consigliere comunale Avv. Luca Santovincenzo dopo gli ultimi episodi di cronaca

“Il pestaggio di un concittadino dodicenne avvenuto il 9 marzo scorso ha riacceso i fari sul tema sicurezza nella nostra Città. Il problema c’è, viene da lontano e va affrontato con estrema decisione fermezza”. Cosi in una nota il consigliere comunale Avv. Luca Santovincenzo esponente di LiberAnagni che poi prosegue:

“La causa della criminalità giovanile è un disagio diffuso che ha tante cause, perlopiù familiari e sociali. Nel corso dell’incontro con il Sindaco e le istituzioni scolastiche del 19 marzo è emerso questo. C’è assenza delle famiglie, un uso improprio del cellulare, una generalizzata mancanza di sensibilità verso il prossimo, una preoccupante inclinazione aggressiva e una diffusa sfiducia verso le istituzioni derivante dalla mancanza di strutture, spazi e occasioni di distrazioni per i nostri giovani.

Non sono casi isolati ma è un fenomeno generalizzato, che è stato riscontrato in gruppi eterogenei, inclusi quelli delle così dette “buone famiglie”. Purtroppo, nei casi più gravi, queste situazioni sfociano nell’uso di alcol e droghe.

Il contrasto al disagio giovanile, anche quale forma di prevenzione della criminalità giovanile, è un punto fondamentale del nostro programma politico che abbiamo messo sul tavolo dell’amministrazione fin dal primo consiglio comunale di giugno 2023. Abbiamo chiesto con forza, senza purtroppo ricevere riscontri dall’Amministrazione, di individuare spazi di aggregazione, di intercedere con l’INPS per l’uso del teatro nel Convitto Principe di Piemonte e di lavorare sulla cultura della legalità.

Al terzo mese di consiliatura abbiamo chiesto la convocazione della Commissione Sicurezza, dove abbiamo proposto la Consulta Giovanile Permanente, approvata all’unanimità. Stiamo aspettando da mesi che si pronuncino gli uffici sulla bozza di regolamento e non si può più aspettare. Di fatto, il tavolo del 19 marzo è stato un primo embrione di quanto da noi proposto nel regolamento di Consulta, segno che la strada è quella giusta.

In casi di disagio conclamato o di reati commessi da minori, l’intervento dei Servizi Sociali è fondamentale e lo abbiamo subito fatto presente all’indomani del brutto episodio di Piazza Cavour. All’incontro del 19 marzo abbiamo appreso dal Sindaco che la stessa richiesta gli era stata rivolta anche dalle forze dell’ordine e che i servizi sociali si sarebbero attivati. L’Assessore ai servizi sociali ha finalmente annunciato l’individuazione di un primo spazio di aggregazione.

Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia né ritenerci esenti da responsabilità, a tutti i livelli.

Occorre maggiore coordinazione tra le istituzioni e per comprendere dove si può migliorare, ho inviato una nota alla Prefettura per chiedere di esaminare gli eventuali protocolli in essere tra le Istituzioni per la prevenzione ed il contrasto ai fenomeni di violenza giovanile. Serve maggiore sinergia e un lavoro costante a 360 gradi, culturale e sociale, volto a rimettere al centro i valori positivi e il rispetto, dovendo sempre tener presente che il minore che si rende colpevole di certi atti non va criminalizzato, bensì aiutato, rieducato e sostenuto”.

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