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Venerdì, 26 Aprile 2024
Contro la violenza sulle donne / Cassino

Cassino, non più uno sportello ma un vero e proprio centro antiviolenza

Comune e Kalimess sottoscrivono una convenzione per la realizzazione e la gestione di un centro contro la violenza sulle donne. Affiancherà la prima e unica casa rifugio nel sud della provincia di Frosinone

A Cassino lo sportello antiviolenza diventerà un vero e proprio centro, uno di quelli finanziati dell’assessorato regionale alle pari opportunità e in via di attivazione. Nella città martire, per la realizzazione e la gestione della nuova struttura, è stata sottoscritta in mattinata una convenzione tra i due attori coinvolti: il Comune e l’associazione Kalimess.

Il Centro si affiancherà a Essere libera, casa rifugio per donne vittime di violenza, la prima e sinora unica nel sud della provincia di Frosinone. È stata creata all’interno di un bene confiscato alla criminalità e poi diventato di proprietà del comune di Cassino.

Il nuovo passo, in materia di contrasto alla violenza sulle donne, è stato compiuto stamane dal sindaco Enzo Salera e da Antonella Capaldi, rappresentante legale di Kalimess.  Presenti nell’occasione, oltre a varie associate, il segretario generale Pasquale Loffredo nonché l’assessora alle pari opportunità Maria Concetta Tamburrini.  

L’affidamento della gestione è per ora annuale e scatta a seguito dell’ottenimento di un finanziamento di 67 mila euro da parte della Regione Lazio. La struttura dovrà restare aperta almeno cinque giorni a settimana, compresi i giorni festivi. L’orario giornaliero non sarà inferiore a sette ore. Il numero di telefono dedicato, in ogni caso, dovrà essere attivo ventiquattro ore su ventiquattro.  

Tamburrini: “Rifugio e Centro, due obiettivi concreti”

“Dopo un iter fatto di bandi e di attese, siamo riusciti a firmare questa convenzione – gioisce l’assessora Tamburrini - Completa l’assetto e i presìdi che la nostra amministrazione, sin dall’insediamento, ha deciso di perseguire perché affiancherà la casa rifugio”.

L’assessora alle pari opportunità li definisce “due obiettivi concreti di assistenza e prevenzione alle donne vittime di violenza”. Poi entra un po’ più nello specifico: “Si porteranno avanti innanzitutto attività di ascolto e di assistenza legale e psicologica alle donne con i bambini vittime di violenza”. Non mancheranno, inoltre, attività di formazione e informazione a favore delle scuole cittadine.

“Il fine è la creazione di una nuova cultura dell’accoglienza e della non violenza – conclude l’assessora - Si entrerà nelle reti regionali e nazionali di riferimento per ampliare la possibilità di intervenire a più ampio raggio”. Il sindaco Salera, infine, aggiunge un altro risvolto importante: “Le operatrici del Centro cureranno anche percorsi di reinserimento lavorativo. In questo senso si stanno già creando delle reti sul territorio con altre associazioni di riferimento”.

Le finalità del Centro antiviolenza

Il Centro Antiviolenza, così come stabilito dall’art. 3 della convenzione, offrirà uno spazio in cui le donne in temporanea difficoltà per aver subito violenza sessuale, fisica o psicologica, possano trovare ascolto e accoglienza, riflettere in tranquillità e costruire un proprio percorso di uscita dalla violenza attraverso la relazione e il confronto con altre donne, nel pieno riconoscimento che la donna è soggetto attivo del proprio processo di autonomia e presa di coscienza.

Il Centro dovrà assicurare figure professionali specifiche: psicologhe, assistenti sociali, educatrici, operatrici di sportello, avvocate civiliste e penaliste con una formazione specifica sul tema della violenza di genere.

Sarà chiamato altresì a prevenire fenomeni di emarginazione sociale e favorire interventi di prevenzione, protezione, tutela e trattamento delle donne esposte a violenza, sole o con minori, accompagnandole nel percorso di fuoriuscita dalle situazioni di violenza.

Non da meno l’obiettivo di favorire lo sviluppo di processi di comunicazione, confronto, dialogo, scambio, informazione delle donne esposte alla violenza. Importante sarà promuovere la socializzazione tra le donne accolte e favorire l’informazione sul territorio.

In conclusione il miglioramento della conoscenza dei diritti delle donne sia italiane che straniere, nonché lo scambio di esperienze, saperi e conoscenze; arricchire la comunità in termini di benessere.

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