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Regione, Sanità, arsenico nell’acqua il punto sulla situazione romana

Zingaretti, ‘ottimo risultato, tavolo piano rientro sblocca 270 mln’.  ‘inviati piani operativi a ministeri su Eastman, Cto e San Filippo Neri’.  ‘futuro ospedali Bracciano-Monterotondo-Subiaco si costruira’ insieme.

Zingaretti, ‘ottimo risultato, tavolo piano rientro sblocca 270 mln’. ‘inviati piani operativi a ministeri su Eastman, Cto e San Filippo Neri’. ‘futuro ospedali Bracciano-Monterotondo-Subiaco si costruira’ insieme. fecondazione; regione lazio, ‘recuperato ritardo, accreditamento tra primi atti commissario’ Questo in sintesi, ma vediamo da vicino i singoli provvedimenti:

La commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Pd) ha fatto il punto sulla situazione degli acquedotti gestiti dall’Arsial oggetto a febbraio di un’ordinanza del sindaco di Roma, Ignazio Marino che vieta l’utilizzo dell’acqua per la presenza di arsenico, in alcune zone del XIV e del XV Municipio.

“Siamo in fortissimo ritardo – ha dichiarato Fabrizio Santori (Gruppo Misto), che ha chiesto l’audizione – in ritardo è stata l’ordinanza del sindaco Marino, arrivata due mesi dopo gli ultimi rilevamenti sugli acquedotti rurali dell’Arsial, in alcuni casi l’arsenico rilevato era quasi doppio rispetto ai limiti previsti. Quali sono i motivi del ritardo dell’allaccio di queste utenze alle condutture di Acea Ato2? Perché non sono stati realizzati gli interventi finanziati? I cittadini hanno diritto al massimo della trasparenza: chiediamo una relazione ufficiale dell’Arsial”.

Antonio Rosati, commissario straordinario dell’Arsial, ha ripercorso la storia di questi acquedotti: “L’Arsial non doveva più gestire questi acquedotti dal 2004. Complessivamente sono 1.600 utenze, fra Roma, Fiumicino, Sacrofano e Cerveteri. Circa 880 quelle di cui pariamo oggi. Nel 2005 la Regione stanzia 13,6 milioni in favore di Acea per gli interventi di riqualificazione necessari. Nel frattempo, infatti, era stato creato il bacino “Acea Ato2” e affidata alla stessa azienda la gestione dell’acqua. Ma non è mai stato effettuato in concreto il trasferimento patrimoniale degli acquedotti. Formalmente i cittadini sanno che l’acqua non è potabile da oltre due anni e mezzo, c’è scritto su tutte le bollette”.

“Con l’ordinanza – ha proseguito Rosati - viene chiarito che non può essere impiegata per nessun uso umano. Come Arsial ci siamo subito confrontati con i cittadini in un’assemblea pubblica, abbiamo sospeso il pagamento delle utenze e abbiamo predisposto, insieme ad Acea, interventi sulla rete - attraverso cloratori - e predisposto 19 serbatoi mobili da 3mila litri l’uno. Solo ultimamente, va ricordato, Acea ha fatto ripartire i lavori, per superare l’emergenza: nel report del 10 aprile l’azienda fa presente di aver già eliminato alcune delle fonti inquinate, 11 acquedotti su 17. Il risanamento complessivo è previsto entro aprile 2015, utilizzando tutti i 13,6 milioni iniziali, che però non saranno sufficienti: si tratta di 129 chilometri di rete, per un investimento pari a circa 28 milioni di euro. Dovranno essere trovati nel bilancio di Acea Ato2”.

Anche i rappresentanti delle Asl Roma C e Roma E hanno puntato l’attenzione sui lavori necessari: sostituire le fonti e rivedere tutta la rete. Gli esponenti del XIV e del XV Municipio hanno chiesto informazione rapida e puntuale ai cittadini, man mano che vengono effettuati gli interventi. “Il Comune di Roma – ha dichiarato il presidente del XV Municipio, Daniele Torquati – deve far valere il suo 51 per cento in Acea. Bene chiedere cosa è stato fatto da febbraio a oggi, ma dobbiamo anche capire bene cosa è successo nel passato per capire fino in fondo le responsabilità. Infine va rivista l’ordinanza di divieto in base ai lavori che sta facendo Acea”. Dello stesso avviso Alessio Cecera, assessore ai lavori pubblici del XIV Municipio: “Bene cercare le responsabilità, comprese quelle di chi ha lanciato allarmi immotivati. In quei giorni abbiamo dovuto scalare una montagna”.

Secondo il consigliere regionale Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) “Acea deve avere ben presente che, quando si discute di acqua, bisogna intervenire subito per garantire un diritto naturale. Negli anni passati non ha assolto a questo compito. E poi bisogna cercare di ridare un barlume di normalità a questi cittadini”.

Anche Fabio Bellini (Pd) si è interrogato sul ruolo delle aziende a prevalente capitale pubblico. “Acea – ha spiegato - è il braccio operativo che doveva intervenire e l’ha fatto con forte ritardo. Doveva utilizzare le risorse per sostituire le fonti e fare la manutenzione della rete e non l’ha fatto, non ha svolto il servizio pubblico che doveva portare a termine”.

“Dovremmo fare una class action. Ci sono cittadini che aspettano risposte – ha dichiarato Silvana Denicolò (M5S) – dobbiamo darle nei tempi più rapidi possibili. Dovremo, infine, definire meglio la classificazione dell’acqua”.

“Non si è capito nulla di come sono stati spesi i soldi, perché non sono state sospese subito le bollette? – ha accusato Fabrizio Santori - C’è uno scaricabarile generale. Dobbiamo convocare anche Acea Ato2. Io vedo precise responsabilità dell’amministrazione comunale, regionale e dell’Arsial che hanno sottovalutato la situazione”.

Secondo Enrico Panunzi, infine, “l’Arsial non deve più gestire questi acquedotti, devono passare quanto prima ai comuni di pertinenza, che a loro volta la devono consegnare al gestore unico, Acea. Si tratta di delibere del 2000, cosa stiamo ancora aspettando? Ci sono adempimenti da compiere che tardano da 14 anni. Come commissione continueremo a monitorare la situazione passo dopo passo”.

ZINGARETTI, ‘OTTIMO RISULTATO, TAVOLO PIANO RIENTRO SBLOCCA 270 MLN’

“Gli esiti del Tavolo sul piano di rientro che si è appena concluso presso il Ministero delle Finanze sono altamente positivi per la sanità della Regione Lazio. Oggi ci è stato dato atto di un cambio di passo sostanziale e di una nuova consapevolezza rappresentata dalla proposta dei piani operativi che i Ministeri della Sanità e dell’Economia ci invitano fin da subito a mettere in opera e che ora dovranno tradursi in un decreto del commissario ad acta.

Questo ha consentito di sbloccare già oggi 270 milioni di euro delle coperture fiscali di cui 190 per il 2012 e 80 per il 2013 a favore dei cittadini del Lazio. E’ un risultato positivo che incoraggia la nostra azione di governo e ci spinge ad andare avanti nella costruzione di un nuovo modello sanitario”. Lo dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

SANITA’; REGIONE, ‘INVIATI PIANI OPERATIVI A MINISTERI SU EASTMAN, CTO E SAN FILIPPO NERI’

“In riferimento alle notizie diffuse dalla stampa sui programmi operativi per gli ospedali Eastman, Cto e San Filippo Neri, la Regione Lazio precisa che non è prevista alcuna chiusura del Cto piuttosto un suo rilancio per la parte relativa alla riabilitazione, alla protesica e alla traumatologia, in sinergia con l’Inail.

Una scelta che consentirebbe di superare la contraddizione che vede la Asl RmC pagare un canone di leasing per l’immobile nei confronti della società Sanim, mentre l’Inail ha tra le proprie finalità istituzionali anche quelle di fare investimenti in strutture immobiliari garantendo una sinergia con le pubbliche amministrazioni. E’ necessario quindi verificare la disponibilità da parte dell’Inail ad investire risorse in questa struttura senza pregiudizio per il servizio al cittadino.

Per quanto riguarda il San Filippo Neri l’obiettivo è quello di superare le proposte di chiusura previste nel passato e individuare una nuova missione per l’ospedale in collegamento più stretto con il territorio, anche in considerazione del fatto che il 17% del disavanzo generato dalle aziende ospedaliere è imputabile al San Filippo Neri.

Per quanto riguarda l’Eastman si tratta di superare strutture doppione poiché nella stessa zona, a poche centinaia di metri dalla struttura ospedaliera, si trova anche la clinica odontoiatrica dell’Umberto I. Si precisa, infine, che l’atto inviato ai Ministeri competenti non è un decreto ma un documento in preventiva lettura che permetterà agli uffici competenti di fare le opportune verifiche”. Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

SANITA’: REGIONE LAZIO, ‘FUTURO OSPEDALI BRACCIANO-MONTEROTONDO-SUBIACO SI COSTRUIRA’ INSIEME

“In merito al nuovo assetto previsto per le strutture ospedaliere di Monterotondo, Subiaco e Bracciano nulla è stato deciso, ma è certo che non si tornerà al decreto 80. Nell’ipotesi dei piani operativi in discussione anzi si superano i contenuti di quel decreto con l’obiettivo di dare ai tre ospedali una nuova missione all’interno del servizio sanitario regionale, innovando il modello, rendendolo più funzionale alle esigenze del territorio e comunque garantendo i servizi di emergenza. In questo quadro sarà importante procedere assicurando il massimo ascolto al territorio e il coinvolgimento di tutte le istituzioni”. Lo dichiara in una nota la Regione Lazio.

FECONDAZIONE; REGIONE LAZIO, ‘RECUPERATO RITARDO, ACCREDITAMENTO TRA PRIMI ATTI COMMISSARIO’

“La Regione Lazio aveva accumulato negli anni un grave ritardo sulla questione degli accreditamenti dei centri di procreazione medica assistita. A giugno dello scorso anno, il presidente della Regione Lazio e commissario ad acta, Nicola Zingaretti ha provveduto ad emanare un decreto specifico sull’argomento al fine di colmare l’atavico ritardo. E proprio in conseguenza di questo atto, oggi i centri sono coinvolti in un processo di verifica strutturale ed organizzativa da parte di Commissioni che vedono anche la presenza del Centro Nazionale Trapianti. In questo modo, é stato recuperato un ritardo accumulato nel tempo e attualmente si sta procedendo con il massimo impegno e con l’attenzione e la cautela dovute a completare le procedure di accreditamento delle strutture”.Lo dichiara in una nota la Regione Lazio.

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