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Domenica, 28 Aprile 2024
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Nel Lazio spunta uno studio choc: +34% di rischio di cancro ai polmoni se vivi vicino a una discarica

Lo dice uno studio scientifico pubblicato nel 2016 sull'International Journal of Epidemiology da esperti della Regione Lazio. Dopo 5 anni approda in Commissione Sanità-Rifiuti grazie ad associazioni come Green Italia e Comitato Residenti Colleferro

Vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%, con maggiori conseguenze sui bambini. Sono questi i dati più importanti emersi da uno studio scientifico pubblicato nel 2016 sull’International Journal of Epidemiology (Vol. 45, No. 3 815) dagli esperti del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio.

"Eppure da cinque anni questi risultati allarmanti non hanno prodotto azioni di contrasto da parte delle istituzioni preposte", hanno constatato le Commissioni regionali Sanità e Rifiuti, rispettivamente presiedute da Rodolfo Lena e Marco Cacciatore, a seguito dell'audizione di oggi, 26 novembre 2021. Quella in cui sono stati ascoltati comitati e associazioni provenienti da quasi tutti i siti del Lazio interessati dalla presenza di discariche o impianti di smaltimento di rifiuti. Tra questi, in quota Valle del Sacco, anche Ina Camilli del Comitato Residenti Colleferro nonché il presidente di Green Italia Umberto Zimarri, consigliere comunale di San Giovanni Incarico da tempo interessato alla vicende della discarica di Roccasecca (Frosinone). 

La dirigente regionale dell'Area Rifiuti, Sara Palombi,  ha spiegato che "la Regione si appresta ad aggiornare la banca dati di partenza per rispondere al mutato assetto dell’impiantistica regionale e a procedere alla perimetrazione delle aree a rischio ambientale, rendendo tutto trasparente e accessibile ai comitati territoriali dei cittadini, “nonostante vi sia un problema di risorse che inficia la rapidità delle risposte che l’amministrazione può dare”. 

Il sindaco di Roccasecca: "Verificheremo profili di responsabilità"

Così, a fronte delle risultanze dello studio, il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco: "Leggeremo attentamente il documento ed a tutela dei cittadini intraprenderemo ogni azione anche volta a verificare la sussistenza di profili di responsabilità da parte di chi ha nascosto per 5 anni il rapporto e soprattutto da parte di chi ha permesso l’ampliamento della discarica di Roccasecca con provvedimenti emergenziali forzando le norme a presidio della salute delle popolazioni residenti".

"Ricordo che la discarica di Roccasecca aveva ottenuto una strana deroga all’indice respirometrico così autorizzando abbancamenti di rifiuti che non potevano essere accettati in altre discariche - aggiunge in conclusione - Ora bisognerà capire se la circostanza e quindi le maggiori emissioni possono aver addirittura amplificato gli effetti descritti nel rapporto".

Le proteste delle associazioni a fronte dello studio scientifico

I rappresentanti dei cittadini hanno protestato innanzitutto per l’inerzia della Regione durante questi cinque anni passati dalla pubblicazione dello studio, nonostante le conclusioni allarmanti alle quali si è giunti e che sono state messe nere su bianco: “L'esposizione a solfuro di idrogeno (H2S), un tracciante di contaminazione aerotrasportata dalle discariche, è stata associata alla mortalità per cancro del polmone, nonché alla mortalità e morbilità per malattie respiratorie".

"Il legame con le malattie respiratorie è plausibile e coerente con i precedenti studi, mentre l'associazione con il cancro del polmone merita altri approfondimenti”, si legge nel testo elaborato dai ricercatori guidati da Francesca Mataloni. Gli autori dello studio, infatti, hanno monitorato le condizioni di salute di oltre 200 mila persone residenti in prossimità di nove discariche laziali, dal 1996 al 2008, scoprendo che vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%. I più colpiti risultano essere i bambini.

Commissione congiunta Sanità-Rifiuti: i partecipanti

Per i comitati e le associazioni sono intervenuti: Donatella Ibba (Cittadini per Fonte Nuova è Nostra); avv. Carmine Laurenzano (Centro per i diritti del cittadino); Umberto Zimarri (presidente dell’Associazione Green Italia); Danilo Baldanti (Italia Nostra Castelli romani); Maria Teresa Cipollone (Valle Galeria Libera); Simona Ricotti (Forum Ambientalista/comitati di Civitavecchia); Ina Camilli (Comitato Residenti Colleferro).

Per la Regione Lazio, sono intervenuti: Marco Lupo, direttore Arpa Lazio; Vito Consoli, direttore regionale “Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette – Valutazioni ambientali e Bonifiche; Paola Michelozzi e Carla Ancona, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario regionale del Lazio; Sara Palombi, dirigente dell’Area Rifiuti della direzione regionale “Ciclo dei rifiuti”.

Hanno partecipato all’audizione, oltre ai presidenti Lena e Cacciatore, i consiglieri: Devid Porrello, Loreto Marcelli e Gaia Pernarella del Moviemento 5 stelle; Michela Di Biase ed Emiliano Minuncci del Partito democratico; Paolo Ciani (Centro solidale-DemoS); Francesca De Vito (gruppo Misto.

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