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Cultura

Colleferro, esce il cortometraggio "Il secchio" con Massimo Ciccotti

Una riflessione del giovane regista Mattia Riccio sulla disabilità, sui normodotati e sul loro rapporto con il lavoro e con la società

In uscita oggi 9 dicembre su Amazon Prime Video il cortometraggio "Il secchio" promosso da F.I.L.O Onlus in collaborazione con l’Istituto Cardinale Giuseppe Guarino, scritto e diretto da Mattia Riccio, con Massimo Ciccotti, Angelo Pelagalli, Valeria Giolitti, Fabio Massenzi e Lucrezia di Cintio. Proprio in questo corto ritroviamo una nostra vecchia conoscenza, il giovane colleferino Massimo Ciccotti protagonista di una puntata della serie "Doc nelle tue mani" con Luca Argentero. Il corto è in finale al festival internazionale "Under the Stars" in doppia candidatura: una come miglior cortometraggio italiano, l'altra come miglior attore non protagonista.

Un “Secchio” e pochi minuti per assaporare riflessioni dimenticate, sciolte nel liquame quotidiano di ipocrisia ed arrivismo nel quale navighiamo, a volte per costrizione, altre per scelta, dove non ci si ferma a sostenere, soccorrere, accompagnare, ma si travolge tutto ciò che possa intralciare la scalata verso il soddisfacimento di ogni egocentrismo. Questa omissione, che alimenta in maniera esponenziale l’egoismo dell’indifferenza, è ben evidenziata dal giovane regista Mattia Riccio, il quale dosa sapientemente gli ingredienti, shakerandoli in uno shottino altamente alcolico, da bere tutto d’un fiato.

Il lato tenero, dolce e più indifeso, è stato affidato al personaggio dell’inserviente che lavora in un istituto per persone bisognose. Lui è un ragazzo con trisomia 21, perfettamente inserito nel contesto lavorativo, sul quale lo spettatore fissa inevitabilmente i propri archetipi di disagio, senza però trascendere sul tema della disabilità, che viene invece trattata in maniera intelligente, nei parametri di un’inclusione ottimale ed evoluta.

Come spesso accade con questo tema, gli altri aspetti in campo finiscono quasi sempre in secondo piano. È nel concetto di disabilità stesso infatti, che lo spettatore percepisce la differenza, e quindi il disagio, rischiando di pervadere il campo del ragionamento o della critica, confondendo il messaggio che si vuole in realtà trasmettere. “Il Secchio”, l’opera scritta e diretta da Mattia Riccio, riesce sapientemente ad eludere il tema senza toglierne l’importanza, trattenendoci ancorati ai concetti di ipocrisia e di superficialità, come consuetudini tipicamente “normodotate” e ben messe in scena dagli altri protagonisti.

Ma non dal direttore del centro, che in accordo e con l’aiuto del suo dipendente/inserviente, organizza un escamotage per assumere la persona più idonea.

Altro tema, questo, che salta agli occhi in maniera assolutamente originale, senza sottolineare le ovvietà che il binomio lavoro/disabilità è solito trasmettere nell’immediato. La struttura del cortometraggio ne spezza infatti la drammaticità intrinseca, favorendo una visione di normalità che accarezza la problematica, suggerendo al tempo stesso gli strumenti per risolverla.

C’è tanto dentro il cortometraggio “Il Secchio”, così tanto che rimane un’opera per molti, ma non per tutti.

Chi ne saprà cogliere le sfumature, ne rimarrà sicuramente affascinato, giovando del messaggio universale che arriva in maniera fugace, come una carezza, come uno schiaffo, in un “Secchio” di buoni propositi.

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