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Roma,Centrale Preneste per i giovani con la saga di Giufà domenica 8 alle ore 16.30

Un appuntamento da non perdere , domenica 8 gennaio, ore 16,30, per i giovani spettatori, i loro genitori e i loro nonni : in scena Giufà, il mare e le nuvole, testo, regia e interpretazione di Tiziana Lucattini e Fabio Traversa, oggetti scenici...

Un appuntamento da non perdere , domenica 8 gennaio, ore 16,30, per i giovani spettatori, i loro genitori e i loro nonni : in scena Giufà, il mare e le nuvole, testo, regia e interpretazione di Tiziana Lucattini e Fabio Traversa, oggetti scenici di Francesco Persico, progetto luci di Martin Beeretz, organizzazione e promozione di Paola Meda e Serena Amidani, foto di Patrizia Lucattini. Dalla saga di Giufà, personaggio di forte tradizione orale e popolare, dell’area del Mediterraneo, un racconto arguto e di speranza. Giufà. Pasticcione, testardo, visionario, stupido, furbo, saggio, matto, clown, bugiardo, poeta. Un bambino. Giufà e la madre, in un perenne, buffo e tenero conflitto. Non hanno età. Sono poveri. Vivono soli in una spiaggia di sabbia, in una piccola baracca/cabina. Una terra di nessuno. Di fronte a loro il mare. Alle loro spalle un’indefinita periferia cittadina, da cui sono esclusi. Giufà guarda il mare, e sogna. Al di là del mare, un padre sconosciuto e idealizzato. Un desiderio di grandezza, un presente di stenti in cui madre e figlio sono intrappolati in una specie di beckettiana clownesca immobilità. Ma pensiamo anche a personaggi cari al nostro immaginario cinematografico, una specie di Gelsomina felliniana la madre, ragazza invecchiata senza sposo, credulona e forastica insieme e un Giufà Ninetto pasoliniano che desidera perdersi davanti a quello che è più grande di lui, mare e nuvole. E che ritrova sé stesso proprio grazie al respiro del mistero e al proprio respiro, che lo mette in contatto con la rabbia e il dolore di un abbandono: un padre sparito troppo presto, senza un saluto. Un contatto che fa crescere perché fa riconoscere la realtà. La condanna ad essere bambino per Giufà e ad essere diffidente e brontolona per la madre, si ribalta così davanti al mare, davanti alle nuvole, davanti alla possibilità di muoversi, scorrere. Crescere. I due da animaletti feriti diventano adulti che serbano un sano desiderio d’infanzia. Le ferite restano ma prendono aria, sole e acqua. Il mare rimargina e invita a prendere il largo verso terre sconosciute, tutte da esplorare e inventare. Teatro d’attore. Per tutti, dai sei anni in poi

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