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Alatri, niente assessorato alla Cultura e Turismo. Pavia: “Disatteso il primo punto programmatico”

Il sindaco Cianfrocca, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, affiderà le deleghe a un consigliere come accade ormai dal 2011. Il neo oppositore: "Rafforza il sentimento di sfiducia che ha allontanato dalle urne quasi 10 mila elettori”

Il neo consigliere di opposizione Enrico Pavia, candidato sindaco uscito sconfitto al ballottaggio delle elezioni 2021 di Alatri, accentua che non è stato rispettato il primo punto del programma elettorale del primo cittadino Maurizio Cianfrocca: la reintroduzione dell’assessorato alla Cultura e al Turismo, deleghe affidate sin dal 2011 a un consigliere nel terzo comune più popoloso della provincia di Frosinone.

Cianfrocca: “Per uno dei nostri cavalli di battaglia avremo la persona giusta”

Nella conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta, il sindaco Cianfrocca ha anticipato qualsiasi domanda a riguardo precisando che “avremo sicuramente la persona giusta che potrà portare avanti quello che è stato uno dei cavalli di battaglia della nostra campagna elettorale”.

Non prima di parlare, riferendosi al dibattito in seno alla maggioranza, di “una fase molto delicata in cui le discussioni sono state all’ordine del giorno, com’è normale che sia in una coalizione”. Secondo il sindaco, “questo sgombrerà anche il campo da chi diceva durante la campagna elettorale che avevamo già spartito tutte le poltrone - ha aggiunto - Affatto, questa Giunta è venuta fuori da una discussione con tutti i gruppi politici e abbiamo fatto delle scelte dando a ognuno di loro la giusta competenza”.

Pavia: “Punto disatteso, si rafforza il sentimento di sfiducia nella cittadinanza”

Di tutt’altro avviso, ovviamente, l’oppositore Pavia: “Si riteneva che esso fosse imprescindibile in una città come Alatri in cui non si può seriamente parlare di turismo senza cultura. Ebbene, tale primo punto programmatico è stato disatteso ed ancora una volta ci dovremo accontentare di un semplice delegato alla cultura e turismo”.

A detta del consigliere di minoranza, dunque, “non è un buon inizio per due ordini di ragioni - critica in conclusione - Di cultura “si mangia” e senza cultura non si può seriamente parlare di turismo. E disattendere in modo tanto plateale un impegno elettorale significa rafforzare il sentimento di sfiducia che è già tanto diffuso nella cittadinanza e che ha allontanato dalle urne nelle ultime lezioni quasi 10.000 elettori”.

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