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Politica Colfelice

Colfelice, la Saf rischia di collassare per la scarsezza dei rifiuti

Di colpo l’impianto, costruito circa 30 anni fa, è sottodimensionato e si rischia di diventare la discarica del Lazio

All'assemblea della S.A.F. convocata il 29 Dicembre 2017 il presidente ha illustrato, con una lunga ed articolata relazione lo stato attuale dell'impianto di Colfelice. "La tesi dominante, condivisa da una parte dei sindaci è che senza i rifiuti di Roma l'impianto collassa e il piano di investimenti non può essere attuato. Oltre la metà dei comuni era assente e il mio intervento - dichiara il sindaco di Pastena Arturo Gnesi - ha spostato l'attenzione sui problemi della tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente perché i sindaci, nonostante siano "pro-tempore" possono lasciare segni indelebili sullo sviluppo del territorio". La sensazione è che Colfelice e Roccasecca saranno il ricettacolo dei rifiuti laziali perché, a detta del presidente, la situazione sanitaria non è così "drammatica".

È stata ritenuta fondamentale nell’ultima assemblea

"...La situazione dell’impianto S.A.F. di Colfelice è ritenuta fondamentale per la gestione del ciclo dei rifiuti sia a livello regionale che provinciale. È stato concepito, trent’anni fa, per centralizzare il trattamento dei rifiuti solidi urbani ed evitare il mantenimento sul territorio di tanti piccoli siti spesso mal gestibili dai comuni privi di risorse economiche e di competenze tecniche. In questi anni sono cambiate le strategie per la raccolta e la differenziazione dei rifiuti e sono state definite le linee guida per il trattamento finale dei vari materiali.

È aumentato il timore della gente per le sostanze tossiche

Inoltre con le recenti rivelazioni sul traffico illegale dei rifiuti pericolosi, confermate, anche se non sempre ed ovunque, dalle indagini della magistratura, è cresciuto il timore della gente per i danni causati dall’esposizione alle sostanze tossiche. Anche l’atteggiamento delle forze politiche e culturali è mutato, anche se non sempre ed ovunque, per le conseguenze letali provocate dalle infiltrazioni dei metalli pesanti nei terreni e nelle falde acquifere.

L’impianto non è stato rinnovato

Ci sono stati investimenti ovunque, sui termovalorizzatori, sulle discariche, sulle isole ecologiche, meno che su questo impianto ormai inadatto ad essere economico ed efficace e soprattutto funzionale e sinergico alla diffusione e all’aumento su vasta scala della raccolta differenziata attuata da tutti i comuni.

C’è troppa contrarietà nelle decisioni

Da anni si contrappongono le tesi di chi ne esalta il ruolo e di coloro che lo vedono come una minaccia incombente per l’inquinamento ambientale, di chi vuole che le cose rimangano invariate e di chi, al contrario, auspica un radicale cambiamento della politica regionale.

Le manifestazioni hanno contato poco o niente

Le manifestazioni con le autorità del territorio e le proteste della popolazione circostante sono valse a ben poco perché da una parte c’è stato il disinteresse e l’indifferenza di coloro che vivono lontani da quella valle soffocata da miasmi maleodoranti, e dall’altra parte c’è il business da salvaguardare, le oligarchie finanziarie dei rifiuti che investono ingenti capitali e desiderano solo ricavare profitti.

C’è un aumento delle patologie tumorali

Non possiamo ragionare senza tener presente dei danni biologici che la persistenza di questo impianto produce sul territorio, già esistono dati sufficientemente esplicativi che mostrano un aumento delle patologie tumorali nelle zone circostanti.

Non esiste il baratto con la salute

Mai la puzza potrà diventare una condanna per la gente che vive in queste località, mai il diritto alla salute dovrà essere barattato con il business di abili e ben protetti manager della monnezza. Dobbiamo trovare le soluzioni che anzitutto salvaguardino la nostra terra perché solo così difenderemo il futuro e lo sviluppo economico, turistico ed occupazionale dei nostri concittadini..."

Migliorelli: "Assemblea S.a.f. S.p.A. riconvocata per il 12 gennaio"

"Nel corso dell'assemblea con i sindaci della provincia di Frosinone riunitasi oggi, venerdì 29 dicembre, - comunica il nuovo presidente della Saf Lucio Migliorelli - ho presentato una mia relazione sullo stato economico, patrimoniale e impiantistico della Saf. È l'apertura di una nuova fase che coinvolga, in ogni processo, i sindaci su tutte le tematiche inerenti la società. Si è aperta una discussione e  da parte dei soci è pervenuta la richiesta di riconvocazione a breve di una nuova assemblea con oggetto il documento da me presentato e le prospettive future della Saf. Al termine della riunione il Cda si è riunito e, accogliendo le richieste soci, ha convocato per il 12 Gennaio 2018 una nuova assise sui temi sollevati. Sarà quella la sede ove i soci potranno assumere le decisioni più opportune anche in relazione al redigendo nuovo piano industriale della Saf".

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