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Coronavirus, da “4 Ristoranti” a “Io apro”: il Bikerbistrot si racconta

Il locale che ha partecipato al famoso programma culinario condotto da Alessandro Borghese ha aderito alla manifestazione che ha coinvolto migliaia di ristoratori di tutta Italia: “Chiediamo solo di poter lavorare in sicurezza”

In tutta Italia sono state migliaia le adesioni dei ristoratori alla manifestazione “Io apro” per protestare contro le restrizioni anti covid imposte dal governo. A Frosinone sono due i locali che hanno aderito all’iniziativa e deciso di restare aperti nonostante i divieti: l’Old Town e il Bikerbistrot.

Il locale che ha gareggiato a “4 Ristoranti”, nella puntata con protagonista la Ciociaria, da venerdì tiene le serrande ben aperte. “Abbiamo deciso di aderire alla manifestazione  - ci racconta il proprietario del Bikerbistrot -  e tenere le porte aperte a chi vuole venire a pranzare o a cenare da noi. Il nostro ristorante è aperto da venerdì. Siamo consapevoli che non si può fare in questo momento, ma non possiamo più continuare così. Siamo un locale anche da asporto, ma non possiamo sostenerci solamente in questo modo. La nostra scelta di tenere aperto il Bikerbistrot nonostante i divieti, è più una scelta simbolica. Le persone hanno paura e per questo il nostro locale ha pochissima clientela nonostante le serrande aperte.  

I ristori, così come la cassa integrazione al nostro personale, sono arrivati, ma va da sé – afferma lo chef – che sono briciole in confronto alle perdite che stiamo subendo. Solo per fare un esempio, abbiamo dovuto buttare 10.000 euro di prodotti nelle feste natalizie in cui siamo stati costretti a restare chiusi. Il nostro locale, poi, aveva garantito la sicurezza ai clienti durante il primo lockdown, con i dovuti spazi per tavolo, allestendo anche un dehor da 20.000 euro.

Il programma condotto da Alessandro Borghese ha portato ovviamente tanta pubblicità al nostro locale – conclude Tommaso Mascetti - per tre giorni dopo la messa in onda della puntata su Sky abbiamo fatto sempre il pienone. Ma poi abbiamo nuovamente dovuto richiudere. Siamo nati da appena un anno, con l’inaugurazione che è stata effettuata il 7 dicembre 2019, e l’8 marzo 2020 abbiamo dovuto chiudere per il lockdown. Noi chiediamo solo di poter lavorare in sicurezza, altrimenti tutto quello che di buono abbiamo fatto finora andrà perso”.

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