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La vicenda / Arce

Omicidio Mollicone, consegnato il ricorso in Appello. Ora si attende la data di inizio del secondo processo

La Procura e le Parti Civili hanno replicato alle motivazioni della Corte d'Assise che lo scorso luglio ha assolto tutti gli imputati per insufficienza di prove

Con un giorno di anticipo rispetto ai termini previsti per Legge è iniziata la seconda fase processuale per fare piena luce sulla morte di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce (Frosinone) assassinate nel 2001. Questa mattina, presso la cancelleria del tribunale di Cassino, è stato presentato il ricorso in Appello da parte della Procura di Cassino e delle Parti Civili. Un ricorso avverso alla decisione della Corte d'Assise del tribunale di Cassino che ha assolto tutti gli imputati

“Gli esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in corso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata - scrive la corte d'assise nelle 240 pagine di motivazioni consegnate lo scorso 6 febbraio -. Numerosi elementi indiziari, costituenti tasselli fondamentali dell'impianto accusatorio del pubblico ministero, non sono risultati sorretti da un sufficiente e convincente compendio probatorio”.

La ricostruzione dell'intera vicenda con gli articoli di frosinonetoday

Neanche la testimonianza di Santino Tuzi, che a sette anni dalla morte di Serena, decide di rompere il silenzio e di riferire di aver visto la ragazza entrare nella caserma di Arce la mattina del 1 giugno 2001, viene ritenuta credibile perché “entrambe le versioni offerte da Tuzi sono in ogni caso apparse anche alla luce delle registrazioni effettuate, contraddittorie, incerte, confuse e mutevoli, frutto di suggestioni, ricostruzioni dal medesimo effettuate sul momento, alla luce degli elementi che venivano via via offerti. In termini logici non convince, inoltre, il fatto che il medesimo non abbia alcun modo spiegato i motivi per cui avrebbe serbato il silenzio per sette anni in ordine a una circostanza così importante”.

Il magistrato Maria Beatrice Siravo, titolare delle indagini che hanno portato al rinvio a giudizio dei cinque imputati (l'ex comandante della caserma dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco e dei carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale), e gli avvocati di parte civile (Sandro Salera ed Antony Iafrate per Consuelo Mollicone, sorella di Serena, Dario De Santis per lo zio Antonio Mollicone, Federica Nardoni per la zia Armida ed Elisa Castellucci per la famiglia Tuzi) hanno replicato punto per punto alle motivazioni della Corte d'Assise che il 15 luglio del 2022 ha assolto tutti per insufficienza di prova. La parola passa ore ai giudici di via Varisco che dovranno fissare la data di inizio del dibattimento.

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