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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Discarica di Roccasecca, Sacco diffida la Regione Lazio: vuole riesame dell’Aia e revoca del V Bacino

Il sindaco esige sospensione dell’autorizzazione ambientale e blocco dell’ampliamento dell’impianto Mad. Dato il +34% di rischio cancro, emerso dallo studio approdato in Commissione Sanità-Rifiuti, anche l'istituzione di un'area ad alto rischio ambientale

Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, in esecuzione di un'apposita delibera di giunta, ha diffidato la Regione Lazio ad avviare entro un mese i procedimenti di riesame dell'Aia e di revoca in autotutela dell'avallo all'esercizio del V bacino della discarica Mad di Cerreto. In caso contrario, ricorrerà alle vie legali. 

Nelle more del primo procedimento, ovviamente, punta a ottenere la sospensione dei provvedimenti di rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale. Al contempo, intende rimettere in discussione l'ampliamento dell'impianto gestito dalla Mad Srl, chiusa ormai da nove mesi ma a quanto pare non definitivamente. Il tutto al netto degli arresti del proprietario della Mad Valter Lozza e della già dirigente regionale al Ciclo dei Rifiuti Flaminia Tosini, ai quali aveva fatto seguito la rinuncia della società all'ampliamento della discarica. 

Sacco, inoltre, chiede l'istituzione di un'area ad alto rischio ambientale. Lo fa alla luce del +34% di rischio di cancro per chi abita vicino alle discariche. Ovvero quanto emerso da un datato studio scientifico pubblicato nel 2016 sull'International Journal of Epidemiology da esperti della Regione Lazio e approdato dopo cinque anni nella Commissione regionale Sanità-Rifiuti tra le proteste delle associazioni ambientaliste.  

Alla base della diffida del sindaco Sacco

La diffida ad adempiere entro trenta giorni ai due procedimenti, "con l'avvertimento - recita la stessa - che in difetto si procederà alle opportune e necessarie azioni in sede giudiziaria", scatta a fronte di sette istanze comunali che a detta di Sacco sono rimaste totalmente inevase da parte della Regione Lazio. Tanto da richiede ogni volta l'attivazione dei poteri sostitutivi da parte dal Ministero della Transizione Ecologica e, per quanto di loro competenza, il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Provincia di Frosinone. 

La prima istanza, risalente allo scorso 19 marzo, era scattata a fronte dell'esaurimento delle volumetrie del IV Bacino e in funzione dell'avvio del procedimento di chiusura della discarica. Non solo: anche le opportune verifiche del Responsabile regionale per la prevenzione della corruzione e dell'Arpa, volte nell'ordine ad accertare eventuali illeciti nel permesso all'esercizio della discarica in violazione dell'Aia e la capacità residua del IV Bacino. 

A seguire, a fronte del monitoraggio dello stato delle acque affidato all'Irsa-Cnr, la richiesta del 24 marzo volta alla revoca o all'annullamento in autotutela delle determine regionali di approvazione dei report e di avvio del procedimento di riesame dell'Aia. Chiedendo altresì all'Arpa Lazio "di avviare immediatamente le verifiche e gli accertamenti necessari sulla contaminazione della falda acquifera sottostante la discarica". 

A partire dal giorno seguente, invece, il Comune di Roccasecca ha richiesto per quattro volte la revoca o l'annullamento degli atti di approvazione della realizzazione del V Bacino. Nell'ultima occasione, ovvero lo scorso 15 luglio, integrando tali istanze con le risultanze di un sopralluogo dell'Arpa Lazio, da cui era emerso che da Roma sarebbero state sversate abusivamente 300 mila tonnellate di rifiuti.  Infine, la settima missiva del 27 settembre per esigere l'avvio del procedimento di riesame dell'Aia. Ora è scattata la diffida ad adempiere. 

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