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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Anche Quadrini lascia Forza Italia e passa alla Lega: “Non potevo continuare a fare finta di nulla”

Come l’ultimo della serie, ovvero il sindaco di Pontecorvo Rotondo, anche il capogruppo provinciale di FI dice addio al partito di Berlusconi e approda nella squadra ciociara del Carroccio guidata dal sindaco di Frosinone Ottaviani

La foto apparsa nelle scorse ore, che lo immortalava a Roma assieme al sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo, era un indizio. Anche Gianluca Quadrini, capogruppo di Forza Italia alla Provincia di Frosinone nonché neo vice responsabile nazionale degli enti locali, lascia il partito di Berlusconi e passa alla Lega. Come già fatto, tra gli altri, pure dal sindaco del Capoluogo e poi coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. Nonché, dopo una breve parentesi in Cambiamo con Toti, dal consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli e dal capogruppo consiliare frusinate Danilo Magliocchetti.

Prima la rottura con il coordinatore regionale di FI Claudio Fazzone, che lo aveva indicato a suo tempo come suo vice. E poi ancora i continui contrasti con i tre subcommissari provinciali Daniele Natalia (nord), Adriano Piacentini (centro) e Rossella Chiusaroli (sud), riscatenati anche dall’addio di Rotondo dopo 25 anni. Senza parlare della mancata riconferma da commissario liquidatore della Comunità montana Valle del Liri, con tanto di subentro della stessa Chiusaroli e relative polemiche.

Quadrini: “Non ci sono più le condizioni per restare”

Tutto questo lo ha spinto a lasciare Forza Italia: “In questo momento l’amarezza e la delusione sono i sentimenti prevalenti - esterna Quadrini - È stato il mio unico vero partito in questi anni, ma non ci sono più le condizioni per restare e non certo per responsabilità del sottoscritto». Ricorda, tra l’altro, di essere stato eletto consigliere provinciale con il voto di 180 amministratori locali e, prima del commissariamento, presidente della Comunità montana con oltre 50 preferenze.

Un personaggio che si definisce scomodo

“Anche quando, non in Forza Italia, mi sono cimentato con le politiche e le regionali, ho dimostrato di prendere consensi. Quando sono rientrato nel partito ho avuto un solo obiettivo: aggregare e cercare di far aderire sindaci e amministratori locali. E ho fatto centinaia di tessere. Purtroppo sono stato bersagliato da critiche e polemiche interne, che francamente faccio fatica a spiegare. Anche perché spesso sono arrivate da esponenti che io stesso avevo indicato in ruoli apicali. Forse ha dato fastidio il fatto che avessi aggregato?”.

Dopo l’addio a Forza Italia: “Non sono un individualista”

Quadrini dice di essere stato contattato da altri partiti di centrodestra e che sta valutando, ma si attende ormai soltanto l’ufficializzazione del suo ingresso nella Lega. Con la quale, se non alle future Elezioni regionali, si ricandiderà alle Provinciali. Ma non si ritiene affatto un individualista: “Francamente è una storiella priva di fondamento - dice a riguardo - Ho sempre creduto al gioco di squadra e in quell’ottica mi sono mosso. Un esempio su tutti: alle europee ho dato il mio contributo all’elezione di Salvatore De Meo. E ne sono fiero”.

La “spallata politica” che ha fatto traboccare il vaso

“Ringrazio il senatore Maurizio Gasparri, che mi ha onorato della nomina a vicecoordinatore nazionale degli enti locali di Forza Italia - va avanti - Un gesto importante, ma qualcosa si era rotto. Irrimediabilmente. D’altronde, come presidente della Comunità Montana mi è stata data una spallata politica difficile da capire e dimenticare. Anche successivamente non sono mancate critiche e prese di distanza da quella che era stata la mia attività amministrativa. Non potevo continuare a fare finta di nulla. La delusione c’è, inutile nasconderlo. Credo però che i vertici di Forza Italia dovrebbero riflettere sul fatto che in tanti hanno lasciato il partito in questi ultimi anni. Forse la favoletta che Gianluca Quadrini è il “cattivo” non regge”.

L’appello inascoltato di Quadrini al Nazionale

“Ad un certo punto ho ritenuto opportuno fare presente la situazione ad esponenti di primo piano nazionale del partito - aggiunge in conclusione - Non per chiedere la “testa” di qualcuno, ma semplicemente per favorire interventi che tenessero tutti dentro al partito. Non ho riscontrato alcuna presa di posizione vera. E men che meno un intervento. Così come non ci sono stati chiarimenti. Mai. La classe dirigente di un partito dovrebbe avere come imperativo categorico quello di coinvolgere, aggregare, motivare, ricucire. Ad ogni modo le cose sono andate in questo modo. Ho dato tutto quello che potevo dare in questi anni. Quindi sotto questo punto di vista non posso rimproverarmi nulla”.

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